25.02 Un sogno senza ali

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Un sogno senza ali

La breve vita dello scautismo in Friuli dopo la Grande Guerra

A cura di Lucio G. Costantini

I cannoni non avevano ancora fatto sentire il loro rombo sinistro quando lo scautismo fece la sua comparsa a Udine. Nel marzo 1915 infatti vi venne fondata una sezione del CNGEI. Nell’aprile dell’anno successivo fu la volta del “riparto” Udine I dell’ASCI.

Il CNGEI, oltre alla sezione di Udine, contava anche quelle di Cividale del Friuli, di Sacile e di Cervignano del Friuli, fondata quest’ultima in piena guerra, nell’aprile del 1917. Tutte quelle realtà si dissolsero a causa della ritirata di Caporetto. Gli scout cattolici, profughi a Firenze, contribuirono a fondarvi lo scautismo. Quelli del CNGEI si raccolsero in buon numero a Bologna.

Al termine di un conflitto che si era abbattuto pesantemente sulla nostra regione, che aveva falciato oltre seicentomila giovani vite, costretto all’esodo migliaia persone di ogni ceto sociale e dove praticamente tutto era da ricostruire, sia sul piano materiale che morale, alcuni giovani delle due associazioni, la laica e la cattolica, decisero di riprendere a giocare con vigore “il più bel gioco del mondo”. Gli anni immediatamente successivi alla guerra si caratterizzarono per delle forti attese, un diffuso entusiasmo e diedero ali ai sogni di quei primi pionieri.

Nel corso degli anni Venti vennero fondati entro quelli che sono i limiti territoriali odierni della nostra regione un numero significativo di “riparti” scout dell’ASCI: Maniago, Spilimbergo, Pordenone, San Vito al Tagliamento, Sesto al Reghena, Sacile, Prata di Pordenone, Codroipo, San Giorgio di Nogaro, Gemona, Artegna, Tarcento, San Daniele del Friuli, San Pietro di Ragogna, Tolmezzo, Moggio Udinese, Muggia e Trieste. Riprese vita anche il “riparto” di Udine.

Sul finire del 1918, il CNGEI, pur ridotto numericamente dopo il conflitto, fondò la sezione di Trieste, e pose le basi per costituirne altre a Gorizia, allargandosi a Pola, Fiume, Capodistria, Parenzo, Sebenico. Nell’anno successivo riprese l’attività la sezione di Cividale del Friuli e nel 1920 quella di Udine. Una presenza significativa, diffusa, segno che lo scautismo aveva ormai fatto breccia nell’opinione pubblica. Il sogno gioioso di quei ragazzi però durò poco, soffocato da un opaco pensiero unico e dai fucilini di latta. Sarebbe subentrato un soffocante periodo di silenzio, ma la brace covava sotto la cenere.

 

 

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Fotografia Aldo Gonnella