25.08 Pensiero Associativo

Perché ricominciare?

Ogni anno è una nuova scelta, un nuovo “Eccomi”

A cura di Ilaria Minisini

 

Ogni inizio estate arriva il fatidico momento in cui in Comunità capi si raccolgono le disponibilità al servizio per l’anno successivo. E ogni anno siamo chiamati a fare una scelta, che molte volte va da sé, senza dubbi né incertezze, ma molte altre richiede di fare un bilancio, di soppesare pro e contro, di mediare tra varie esigenze personali fino a riuscire a mettere d’accordo parti diverse di sé che spingono in direzioni opposte.

Quando diciamo di sì e scegliamo di esserci è sempre lei che vince: la parte di noi che vuole essere felice. Soprattutto perché abbiamo sperimentato che “il vero modo di essere felici è quello di procurare la felicità degli altri”. Riusciamo a spenderci, a perseverare nonostante la fatica, a rubare tempo ad altro, se l’attività che proponiamo rende felici i nostri ragazzi, nel breve o nel lungo termine.

Ha un sapore diverso la stanchezza quando li vediamo rientrare a casa contenti, ma soprattutto quando ci accorgiamo che stanno ampliando il loro ventaglio di opportunità; che riescono a fare cose che prima non avrebbero nemmeno immaginato; che diventano via via più equipaggiati per affrontare le difficoltà; che anche i più fragili riescono a trovare il proprio spazio e a sentirsi accolti. Il pensiero che senza di noi tutto questo potrebbe non accadere e rappresentare un’occasione persa, ci fa sentire che ne vale la pena e che quello è il nostro posto.

È facile quando i ritorni e le conferme giungono nell’immediato, più difficile quando sembra che i risultati non arrivino, quando si fatica a coinvolgere, quando le reazioni dei ragazzi non rispondono alle nostre aspettative. E pare di lavorare per niente. Allora la quantità di riunioni preparatorie appare ancor più sproporzionata rispetto al tempo passato nelle unità. La frustrazione e la tentazione di rinunciare aumentano se poi ci ritroviamo a vivere da soli questi momenti di fatica, senza un punto di vista esterno che aiuti a leggere tra le righe per scorgere risultati meno immediati, progressi e cambiamenti che si manifestano invece nel tempo. Il confronto può anche darci nuova motivazione e spingerci a mettere in discussione la nostra proposta, ripartendo da quell’idea di felicità: cosa può veramente fare felici, oggi ma anche domani, questi particolari ragazzi che abbiamo di fronte?

 

 

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Fotografia Marvin Dal Molin