25.17 Spirito Scout

Anche gli Apostoli hanno ricominciato…

I Dodici ci insegnano ad essere dei dinamici dello Spirito

A cura di Don Luca Buzziol

AE Villotta1

 

In questo ultimo periodo una parola si propaga come eco nel mondo: ricominciare. È un verbo importante che andrebbe visto e rivisto nella novità del periodo, senza scadere nella tentazione del mettere tra parentesi ciò che stiamo vivendo. Si rischia di tornare alla nostalgia di un prima che non esiste più vivendo da eterni anacronistici. Anche Papa Francesco ci sprona a vivere il tempo della Pandemia come occasione per riaffacciarci al futuro con una mentalità cambiata, trasfigurata e non semplicemente tornare a “quel che si faceva prima” col rischio di gettare in fumo ciò che ci sta insegnando questa situazione storica che si situa nell’Hodie Dei (Oggi di Dio).

In questo contesto proviamo a comprendere il significato di questo verbo volgendo lo sguardo ai nostri amici Apostoli. Prendendo spunto da loro ci accorgiamo che, come noi scout, anch’essi hanno imparato ad essere dinamici. Una caratteristica essenziale del ricominciare, ma non sempre di facile applicazione. Cominciamo dall’inizio della storia.

Gesù, percorrendo le vie della Galilea li ha visti, li ha scelti e come prima cosa gli ha detto: “seguimi”. Non una parola in più né una meno. “Seguimi!”, letteralmente: “aderiscimi!” Si tratta dell’imperativo del greco akolouthèo, “seguo, vado insieme, aderisco”.

In questo atto del seguire hanno imparato che il Vangelo necessita di avere sempre le scarpe addosso e di aver voglia di camminare. Gesù ha svelato i segreti del Regno durante il cammino.

Pensiamo a noi capi scout: quante volte abbiamo l’occasione di essere testimoni del Vangelo, con altri adulti o con i nostri bambini e ragazzi nelle attività, mentre abbiamo gli scarponi calzati durante le camminate, quando la Bibbia oltre che scritta è visibile e concreta nella natura che ci circonda.

Però poi, d’improvviso, nel momento più importante per la storia della salvezza e la nostra, dopo la condanna di Gesù, quelle scarpe, i Dodici, le hanno usate per fuggire, per scappare e fermarsi, per mettersi al riparo da tutto e tutti, nascondendosi al mondo e a Dio.

Entrando sempre più nel tema, ci portiamo nei primi due capitoli degli Atti degli Apostoli ove notiamo come, dopo la morte di Gesù, gli Apostoli si rifugino nel Cenacolo e da lì non si schiodano. Hanno scelto di slacciarsi e togliersi le scarpe per rimanere fermi, al sicuro o, forse, hanno scelto la codardia piuttosto che il coraggio missionario. In tutto questo c’è sempre Maria «erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù» (At 1,14), accogliente e fiduciosa, che insegna l’atto di avere fede nella Parola di Gesù e a non temere le insidie del mondo, perché non c’è nulla di più forte e resistente della Parola di Dio.

È difficile ricominciare se non si ha la capacità di riprendere il cammino interrotto rimettendosi le scarpe, se non si ha il desiderio di una “normalità” perduta oppure di fare fatica. Soprattutto, difficile ricominciare se ci lasciamo vincere dalla staticità delle situazioni, dalla comodità o dalla lamentela facile e facciamo sì che la pigrizia delle scuse prenda il sopravvento sull’inventiva delle azioni.

Anche gli Apostoli si sono scontrati con questa tentazione e l’hanno vinta grazie all’aiuto dello Spirito Santo. Di fatti, dopo la Pentecoste, hanno avuto un coraggio inaudito, hanno riallacciato le scarpe e hanno ricominciato ad essere pieni e veri discepoli di quel Gesù che hanno scoperto essere Cristo. Lo Spirito Santo è il protagonista, assieme a noi, del ricominciare con lo sguardo rivolto al futuro, con la capacità di creare vie nuove dove quelle vecchie si sono sbarrate, di avere quell’energia, quel calore e quel coraggio di poter dire “sempre avanti”, perché a rimaner fermi si prende solo freddo e si raffreddano spirito, anima e cuore.

Gli Apostoli ci insegnano ad essere dei dinamici dello Spirito, cioè coloro che sono capaci di ricominciare la strada, senza scordarsi di quella percorsa, ma capaci di avanzare, rischiare ed aprirne anche altre, cercando, lungo il cammino, di coinvolgere altre persone, rendendole partecipi. Ci insegnano anche che l’umanità, da sola, fatica a trovare energie nuove e che necessita sempre di essere spinta, sospinta e sorretta da Dio. Un’umanità che si redime e converte perché capace di percorrere strada e non fermarsi; perché comprende che, solo con il Signore, il nostro sguardo guarda alla mèta, alla cima e affronta lo sforzo con quell’energia di chi sa dove arriverà.

Guardando ai nostri amici Apostoli potremmo dire che per ricominciare c’è bisogno di mettersi in strada con un paio di scarpe nuove, comode, confortevoli, ma che non ci tolgano la fatica e la bellezza del camminare e del propagare la novità del Vangelo in un mondo in cui, oggi più di ieri, ha bisogno di ritrovare la speranza, la luce e la fede.

Buon cammino a tutti!

 

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Fotografia Marvin Dal Molin