Restiamo in contatto!

Restiamo in contatto!

«Pronto? Sei Jacopo?» «Sì, sono io! Chi parla?» 
«Teresa, la tua capo reparto». «Ah, scusa, è che non sono abituato a ricevere una chiamata a casa! Come fai ad avere il mio numero?»

a cura di Teresa Lamba Jacopo Gaspardo

Incaricati regionali Branca E/G

Un piccolo momento di imbarazzo iniziale e la chiamata poi continua, tante le informazioni da condividere con un capo squadriglia se è impossibile incontrarlo a riunione. Sono tornate in voga le chiamate a casa, quelle al cellulare ma anche tante videochiamate sulle piattaforme più disparate per restare in contatto con i nostri ragazzi. Ci siamo sentiti chiamati ad avere il coraggio di esserci, ad alimentare relazioni significative, a garantire l’incontro, a far vivere l’avventura.

Ma come farlo in questo tempo? Innanzitutto imparando ad essere portatori di speranza: i nostri ragazzi hanno bisogno di essere messi al centro, in un ambiente educativo stimolante in cui guardare al di là delle incertezze, in cui ci si possa confrontare, sognare, progettare ed avere un orizzonte su qualcosa di realizzabile. Poi, utilizzando tutti gli strumenti del metodo a nostra disposizione, senza avere paura di alterarli un po’, ma avendo ben chiara la nostra intenzionalità educativa, cioè il meglio per i nostri ragazzi!

Il consiglio capi aiuta i ragazzi più grandi a restare tra loro in relazione, a leggere la realtà del tempo e ad aprire gli occhi verso un obiettivo comune: la cura degli altri, cioè i propri squadriglieri. Le riunioni di squadriglia 3.0, tra il passaggio in camera di un genitore o l’irruzione di un fratellino, sono diventate per i nostri ragazzi l’unico spazio di autonomia lontano dagli occhi indiscreti di un capo reparto. Non rubiamogli questo momento! Le imprese, che già erano la palestra di vita per gli esploratori e le guide, aiutano i ragazzi a mettersi in gioco, a progettare, a mandare all’aria ciò che è stato pensato e a riprogettarlo in base a ciò che si può fare (sì,la pandemia ci ha insegnato anche questo!).

Alle volte per costruire una relazione sincera è più utile togliere che mettere, togliere sovrastrutture, automatismi e “consuetudini educative”, avere il coraggio di cambiare e rischiare! Mettere al centro lo scouting, la natura, l’aria aperta, le tecniche, la competenza. Non è di certo facile ma sicuramente nemmeno im-possibile!

 

 

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Fotografia Dario Cancian